ROMA (Reuters) - Studenti, insegnanti e genitori hanno manifestato a Roma, Milano, Torino e in molte altre città contro la legge Gelmini, nel giorno di sciopero nazionale della scuola indetto da Cgil, Cisl, Uil, Gilda e Snals.
Nelle intenzioni degli organizzatori lo sciopero odierno sarebbe dovuto avvenire prima del voto finale di conversione del decreto Gelmini al Senato, ma l'opposizione - che ieri, Udc compresa, ha votato compatta contro il decreto - ha accusato la maggioranza di aver stretto il calendario dei lavori in aula proprio per battere sul tempo i sindacati.
A Roma gli organizzatori parlano di 800.000 partecipanti, provenienti da tutta Italia. La Questura non fornisce stime, ma nel corso della mattinata, oltre al corteo principale da piazza della Repubblica a piazza del Popolo, ne ha autorizzati altri due: uno da via Nazionale, l'altro da via Cavour.
Il corteo principale è partito alle 9.30, e si è snodato per le vie del centro fino a piazza del Popolo, dove il leader della Cgil Guglielmo Epifani ha chiuso gli interventi.
Lo striscione di apertura del corteo, che riportava le cinque sigle sindacali che hanno indetto lo sciopero, recitava "Uniti per la scuola di tutti". Era seguito dai bambini con un altro striscione su cui erano disegnati quattro bimbi che si tengono per mano - un nero, un cinese, un indiano e un bianco - tra fiori e farfalle e la scritta "Lui è mio amico".
Alcuni pullman diretti a Roma per la manifestazione, hanno detto gli organizzatori dal palco di piazza del Popolo, sono rimasti bloccati e le persone a bordo hanno improvvisato una manifestazione sull'Anagnina.
A Milano un corteo è partito da largo Cairoli diretto a piazza Duomo, mentre a Torino i manifestanti sono partiti da piazza Albarello verso piazza Castello.
EPIFANI: UN MILIONE IN PIAZZA IN TUTTA ITALIA
"Avremo in piazza un milione di persone in tutta Italia", ha commentato Epifani a proposito delle manifestazioni che si sono svolte nel Paese.
"Oggi voi state segnando una giornata memorabile, non solo per la scuola ma per il futuro del Paese e della democrazia", ha detto Epifani dal palco di piazza del Popolo.
"Come si spiega che siamo l'unico Paese con la crisi dove si tagliano 8 miliardi (di euro nella formazione)? ... (Il candidato democratico alla Casa Bianca Barack) Obama ha detto che farà 20 miliardi (di dollari) di investimenti nella scuola", ha aggiunto il leader sindacale.
"Noi siamo dalla parte della sfida riformatrice... Qui non ci sono fannulloni. Noi non abbiamo niente a che fare con le baronie e non le abbiamo mai volute, ma con i tagli voi non le combattete", ha detto Epifani rivolto al governo, per concludere che "la scuola è grande maestra di pace".
Tra gli esponenti politici presenti alla manifestazione romana, il leader del Pd Walter Veltroni.
"Il tentativo di radicalizzazione (va) respinto e tutti devono fare la loro parte", ha detto Veltroni commentando gli scontri di ieri a Roma tra studenti di destra e di sinistra, nei quali sono rimasti feriti in modo lieve alcuni agenti e in seguito ai quali le forze dell'ordine hanno arrestato due persone e ne hanno denunciate altre quattro.
Il leader del Pd ieri ha annunciato l'iniziativa referendaria, dopo che l'Italia dei Valori aveva già suscitato l'entusiasmo dei ragazzi di piazza Navona con la proposta di continuare la lotta anti-Gelmini col referendum.
"I cittadini stanno partecipando con la ferma volontà di non farsi mettere i piedi sopra da una legge che si è preoccupata soltanto di recuperare risorse finanziarie ai danni di un settore come la scuola che è il futuro dei giovani e dei ragazzi", ha commentato il leader dell'IdV Antonio Di Pietro.
"NON CADIAMO NEL TRANELLO"
Lotta Studentesca, formazione giovanile di Forza Nuova, fa sapere in una nota di stare "manifestando e scioperando in tutta Italia contro la legge Gelmini, e lo stiamo facendo anche con la sinistra".
"Noi studenti vogliamo restare uniti, e non cadiamo nel tranello approvato dal Governo che ci vorrebbe vedere in faida tra noi. Continuano pacificamente le occupazioni da noi promosse: la protesta proseguirà ad oltranza, e manterremo la linea del non accettare provocazioni da nessuno", prosegue la nota.
Intanto per le due persone fermate negli scontri di ieri a Roma - un 19enne di destra e un 34enne di sinistra - stamani sono stati convalidati gli arresti, come riferiscono fonti giudiziarie. I due sono stati rilasciati, ma verranno processati per direttissima il 17 novembre davanti al giudice monocratico.
COMMISSIONE UE: CONFIDIAMO IN AUTORITA' ITALIANE
Riguardo agli scontri di ieri e alle polemiche sul fatto che le forze dell'ordine, di fronte alle cariche di gruppi di destra, in un primo tempo non sarebbero intervenute, consentendo inoltre l'accesso in piazza Navona di un camioncino carico di bastoni e spranghe, oggi è arrivata la reazione della Commissione Europea.
"Confidiamo pienamente nelle autorità italiane perché facciano chiarezza su questi eventi che sono assolutamente deplorevoli. Comunque è prevalentemente una questione interna", ha detto oggi in un briefing il portavoce della Commissione.
Il contestato provvedimento approvato ieri in via definitiva, che prende il nome dalla ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini, accorpa misure di vario tipo. Per esempio punta a contenere il costo dei libri di testo scolastici, stabilendo che essi dovranno durare almeno cinque anni, e insieme reintroduce la vecchia figura del "maestro unico" o "prevalente", affiancato da quelli di religione e di inglese.
Sono già tornati, intanto, i voti espressi in numero, coi decimi, e col 5 in condotta si rischia la bocciatura. Si studierà l'educazione civica. Ma viene bloccato anche il turn over degli insegnanti che vanno in pensione, con la scomparsa di 87mila posti in tre anni.
Intanto si attende ora il piano sull'università, che ieri il ministro dell'Istruzione ha detto di voler presentare entro una settimana.
Da giorni il mondo dell'università protesta contro i tagli previsti per gli atenei in buona parte dalla legge 133, la manovra finanziaria triennale dello scorso agosto, chiedendo in particolare il ritiro degli articoli 16 e 66 sulla possibilità per le università di trasformarsi in fondazioni, sui tagli al fondo per il finanziamento ordinario delle università e sul blocco del turnover del personale.
giovedì 30 ottobre 2008
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